Comune di Cantagallo


Descrizione del territorio

Il territorio del Comune di Cantagallo si stende per circa 96 chilometri quadrati tra il lato destro del fiume Bisenzio e la vallata del Limentra occidentale, su un territorio in gran parte montuoso, ai contrafforti della catena appenninica.

E' situato nel cuore dell'Appennino Toscano, con altitudini comprese tra i 300 e i 1100 metri, in un'area dove si susseguano acuti crinali separati da profonde vallate, docve il clima è sempre stemperato dalle ombrose foreste e dai numerosi corsi d'acqua. La maggior parte dei versanti, a partire dai 500 - 600 metri fino ai crinali più elevati, sono la caratteristica saliente del territorio e si tratta per la maggior parte di boschi cedui. in basso querce e castagno, in alto faggete, intercalate da antichi castagneti da frutti, che rappresentavano la principale risorsa alimentare e economica per le popolazioni appenniniche fino agli anni '50 -'60 del Novecento

Cenni Storici

E' ormai storicamente accertata l'importanza della Val di Bisenzio quale probabile direttrice viaria della penetrazione etrusca verso nord; conseguentemente anche il Comune di Cantagallo, e in particolare la parte del suo territorio situata al fondo valle, può essere coerentemente in questo vasto contesto.

La toponomastica, pur con le riserve che la materia impone, sembra offrire alcune conferme di quanto esposto, come nel caso della località di Usella, il cui nome potrebbe derivare da Use-na, oppure con riferimento a Luogomano, le cui radici potrebbero essere (Laucumanu, da Luchma).

Quando alla romanità della zona non esistano perplessità, poichè se è pur vero che non sono molto numerosi i reperti risalenti a quel periodo, esiste una ricchezza di toponimi si sicura derivazione romana: Gavignoderiverebbe dal personale latino Gavinius, Carmignanello da Carminius, Migliana da Aemilius o Millius e cosi via.

Le notizie più sicure risalgano comunque al periodo medioevale, di cui sono noti numerosi documenti e testimonianze archeologiche 

Parte del territorio appartenne ai Conti Cadolingi; alcune Località (tra cui Fossato e Gavigno) alla Contessa Matilde di Canossa, mentre altri luoghi già dai rimi decenni dell'XI secolo erano sotto il dominio dei Conti Alberti di Prato.

La Rocca di Cerbaia

La Rocca di Cerbaia, o più comunemente Rocca Cerbaia, è situata a circa quattrocento metri di altezza su di uno sperone roccioso che domina la valle del Bisenzio, cadendovi a strapiombo.

E' possibile collocare la sua origine intorno al 1100, quando gli Alberti fecero costruire un fortilizio in grado di controllare l'antica strada detta "di Lombardia", la quale permetteva il collegamento fra le regioni transappeniniche e la Toscana.

Nata come luogo dedito alle funzioni militari, le dettagliate rifiniture ancora visibili all'interno del mastio permettono di dedurre che la Rocca fu utilizzata dagli stessi Alberti anche come dimora.Da secoli la struttura fortificata cerca di resistere alle forze naturali che precedentemente, dopo averne causato l'abbandono, hanno contribuito alla sua rovina.

Tuttavia si identifica come ultimo conte di Cerbaia Niccolò d'Aghinolfo, il quale concesse il possedimento della Rocca alla repubblica fiorentina per 6200 fiorini d'oro al fine di poter contenere il potere dei figli di messer Piero Dei Bardi, feudatario di Vernio. Nel quattrocento la fortezza fu quasi smantellata, finché nel 1512 il podestà di Prato la riabilitò per poter far fronte all'esercito spagnolo. Dopo essere appartenuta ai Novellucci nel seicento, essere entrata a far parte della tenuta dei Gricignana ed essere successivamente acquistata da Eldmann nell'ottocento, l'ultimo passaggio di proprietà è avvenuto recentemente da parte del Comune di Cantagallo, il quale pone tra le intenzioni quella di recuperare il monumento di inconfutabile valore storico e patrimoniale per l'intera Val di Bisenzio.

Nonostante le avanzate condizioni di degrado, è possibile tracciare un'attenta osservazione per quanto riguarda la struttura architettonica della Rocca. Essa possiede il classico aspetto dei castelli-recinto medievali: Un possente mastio è collocato al centro di ben due cerchie murarie di forma all'incirca quadrata. La costruzione fu eseguita in pietra arenaria, sono ancora distinguibili vaste porzioni della cinta muraria esterna con la porta d'ingresso e ciò che rimane della cisterna, con copertura a botte. Tra le varie costruzioni risalenti alla prima metà del 1300 troviamo i ruderi della Chiesa di San Martino, posizionata all'esterno della seconda cerchia era caratterizzata da una sola navata. Nel cuore della fortificazione sorge il Mastio o Palazzo, dove ancora si possono vedere le brecce delle finestre e dell'ingresso. La forma pentagonale suggerisce una certa somiglianza con il Castello dell'Imperatore, per questo si pensa ad una ricostruzione avvenuta verso la metà del XIII secolo.

Il comune di Cantagallo si è occupato per anni degli scavi e dei vari restauri, da queste operazioni sono emersi numerosi aspetti che la Rocca ha mantenuto segreti per secoli tra le sue mura: la collina fu oggetto di un insediamento di capanne molto prima della costruzione della fortezza,essa fu inoltre sede di un antico cimitero dove sono stati rinvenuti i resti di bambini morti intorno al 1000 ed il 1100 ed infine insieme a numerosi oggetti di uso quotidiano appartenenti a soldati del 1500 è stato scoperto l'utilizzo di un grande argano sollevatore in legno che venne adoperato per la costruzione del palazzo. Attualmente restano in fase di progresso lo sviluppo e la valorizzazione della Rocca di Cerbaia.

La mancata accoglienza di Dante

clicca qui Della Rocca Cerbaia lascia la propria testimonianza Dante Alighieri, il quale nel XXXII canto dell'Inferno (vv.40-60) dove lo stesso poeta narra la vicenda dei due fratelli Napoleone e Alessandro degli Alberti: figli del conte Alberto degli Alberti, i due si uccisero a vicenda per questioni di eredità e per questo furono confinati nella Caina, nel girone dove si trovano i traditori dei propri parenti. Dante racconta inoltre della vicenda del figlio di Napoleone, Alberto II, il quale assassinò il cugino Orso; la vicenda è descritta nel VI canto del Purgatorio.

Esiste inoltre una leggenda, quasi sicuramente priva di fondamento, secondo la quale nel 1285 la richiesta di asilo presso la Rocca di Cerbaia fu negata a Dante Alighieri durante il suo esilio da Firenze, per questo sempre nella "Divina Commedia" lo stesso sommo poeta rese famosa una delle figlie discendenti della famiglia proprietaria della rocca, Cunizza Alberti, protagonista di un'animata vicenda sentimentale (Paradiso IX, 13-36).

 Il percorso che porta alla Rocca è solo quello da Montecuccoli lungo il Sentiero CAI 20, momentaneamente è chiuso l'accesso da Carmignanello 

Clicca qui  per vedere il video in volo sulla rocca di Cerbaia di Jacopo Marcovaldi 

Parco del Carigiola

Il Parco del Carigiola è un parco attrezzato realizzato dall'allora "Comunità Montana della Val di Bisenzio" lungo la sponda sinistra del Bisenzio.L'area è denominata "Parco del Carigiola" poichè il luogo in cui sorge è conosciuto come Carigiola, seppur il Carigiola, il più importante affluente del Bisenzio, si immette in esso circa un chilometro a valle del parco stesso. E' posto fra la strada provinciale SP 2 per  Luicciana ed il fiume Bisenzio, poco prima dell'incrocio con via Aldo Moro  strada che porta alla località La Villa e Gavigno. Il parco è corredato di panche, tavoli e Bracieri ed è frequentato specialmente nei mesi estivi quando un po' tutta la zona viene interessata dalla balneazione libera.

Attualmente l'area è in fase di riqualificazione.
Limitazione all'accensione fuochi nei boschi e aree contigue


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